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Che cosa è l’ISC (indicatore Sintetico di Costo) di un conto corrente?

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L’Indicatore Sintetico di Costo, il cui acronimo facilmente riconoscibile è ISC, messo a punto dalla Banca d’Italia al fine di aumentare la trasparenza delle comunicazioni ai consumatori, è un parametro finalizzato alla misurazione del costo complessivo annuo di un conto corrente bancario o postale, espresso in euro, e offerto ai consumatori che, in questo modo, hanno la possibilità di confrontare le offerte dei diversi istituti bancari, essendo un indicatore obbligatorio per ciascuna banca erogatrice, compresa la funzione BancoPosta di Poste Italiane.

Il suo valore è modellato su 6 precisi profili tipo di utilizzo (giovani, famiglie con bassa, media ed elevata operatività e pensionati con bassa e media operatività), pur con un’eccezione, che vedremo in seguito. L’ISC è reperibile in due attestati legati alla funzionalità e alle informazioni di ogni conto, e precisamente:

  • Nel Foglio Informativo, dal 26 maggio 2010, consultato prima di ogni sottoscrizione
  • Nel Documento di Sintesi Annuale, dal 31 dicembre 2010, inviato ad ogni correntista

Il valore dell’IRS viene definito, appunto, “indicativo” in quanto non esaurisce la complessità di tutte le voci che potrebbero incidere sul costo annuo utili a mantenere acceso un qualsiasi conto corrente, quali, per esempio, l’imposta di bollo, dell’entità di € 34,20, obbligatoria per legge, oppure gli eventuali costi attivi e/o passivi maturati sul conto stesso, nonché le spese di apertura. Infatti, è calcolato su profili tipo di utilizzo, e dunque, a fine anno, può differire anche sostanzialmente dai costi sostenuti, in virtù dell’effettivo utilizzo del servizio fatto registrare nel corso dell’anno solare.

Non può, infatti, tenere conto dei costi variabili, legati all’andamento dei tassi, così come è impossibile comprendere l’attivazione e l’utilizzo di servizi e operazioni particolari, di volta in volta richiesti dal titolare. Inoltre, l’ISC si riferisce ai comportamenti medi dei correntisti, senza tenere espressamente conto del numero preciso e dei tipi di operazioni effettuate da ogni cliente specifico.

È comunque un ottimo indicatore per la valutazione delle condizioni di un conto corrente, ed è opportuno verificarlo sempre, prima della sottoscrizione, attraverso i documenti informativi, solitamente sotto le voci “Principali Condizioni Economiche”. Sarà così evidente certificare in che misura possono essere addebitati ulteriori elementi di costo, in base alla specifica tipologia di prodotto offerto (ad esempio, confrontando conti “fisici” rispetto a quelli prettamente digitali), in virtù delle proprie esigenze operative.

L’ISC, dunque, consente di rendersi conto se quel determinato tipo di contratto che può avere affascinato il futuro cliente, sia effettivamente adatto, in linea di massima, alle sue esigenze, in base alle operazioni che intenderà fare in maniera prioritaria, offrendo la possibilità di effettuare un immediato confronto tra i costi delle diverse tipologie di conti, al fine di scegliere, ovviamente, quello più conveniente per ciascuno, e non in assoluto.

Come viene calcolato l’ISC

L’Indicatore Sintetico di Costo, dunque, comprende le spese ma anche le commissioni che, al netto degli oneri fiscali e degli interessi, vengono addebitate al cliente nel corso dell’anno. I suoi valori si ottengono sommando i costi, sia fissi sia variabili, come abbiamo detto, per 6 diversi profili di clientela, risultato di un’indagine statistica di Banca d’Italia per individuare gli impieghi più comuni del conto corrente da parte di particolari e definite tipologie di clientela, e che corrispondono agli utilizzi più frequenti nei conti correnti “a pacchetto”, caratterizzati da un sistema forfettario di tariffazione, a cui è stato assegnato un ipotetico numero di operazioni annue, così distinto:

  • Giovani: 164
  • Famiglie con operatività bassa: 201
  • Famiglie con operatività media: 228
  • Famiglie con operatività elevata: 253
  • Pensionati con operatività bassa: 124
  • Pensionati con operatività media: 189

Come dicevamo all’inizio, fanno eccezione i conti correnti con tariffazione a consumo, vale a dire ordinari e in valuta, per i quali è stato invece identificato un solo profilo, previsto con una

  • Bassa operatività, pari a 112 operazioni.

Tali parametri sono il risultato di un’attenta analisi finanziaria relativa ai sette profili (6 + 1), per i quali è stato dimostrato che:

  • I Giovani usano maggiormente una carta prepagata e prediligono l’utilizzo di canali digitali (home banking), non richiedono il libretto degli assegni e nemmeno la carta di credito.
  • Le Famiglie con bassa operatività si caratterizzano, in maniera diffusa, per essere titolari di mutuo e/o di altri finanziamenti, e raramente richiedono la carta di credito.
  • Le Famiglie con operatività media sono, come le precedenti, legate ad un mutuo e in più possiedono la carta di credito.
  • Anche le Famiglie con elevata operatività presentano questi stessi requisiti, oltre a usufruire anche di servizi di investimento e utilizzare, durante l’anno in maniera abituale, strumenti di pagamento tipici del conto corrente, come la carta di debito (Bancomat o Postamat), gli assegni e la domiciliazione delle utenze domestiche.
  • I Pensionati con bassa operatività prediligono i servizi a sportello rispetto ai canali alternativi digitali.
  • Infine, i Pensionati con operatività media, utilizzano la carta di debito soprattutto per le operazioni di pagamento e possiedono prodotti di investimento.

Per quanto riguarda il conto corrente “a consumo”, invece, l’unico profilo previsto è caratterizzato da una ipotesi di utilizzo contenuta, stimando, ad esempio, l’effettuazione limitata di bonifici, assegni e trasferimento denaro, oltre alla quasi totale assenza della carta di credito.

Assolutamente da tenere presente, poi, oltre all’esclusione dal parametro delle spese per gli interessi, anche il costo delle operazioni effettuate allo sportello, peraltro, di regola, le più onerose.

E’ importante sapere che i vari profili indicati si riferiscono all’operatività del solo titolare del conto corrente, e pertanto non vengono presi in considerazione eventuali contratti cointestati così come sono esclusi i servizi accessori utilizzati da un familiare. Inoltre, si evidenzia che Banca d’Italia ha inteso, con i profili riferiti alle “Famiglie”, di voler identificare anche i singoli clienti, titolari di conti correnti, diversi dalle categorie di “giovani” e “pensionati”.

In ogni caso, poi, tutte le ulteriori voci di costo sono comunque chiaramente espresse sullo stesso foglio informativo, solitamente a seguire rispetto alle indicazioni dell’ISC, all’interno sempre della sezione relativa alle principali condizioni economiche, in modo da poter poi facilmente sommare e comparare le spese totali, unendo le fisse a quelle variabili considerate nel calcolo dello stesso parametro indicativo, come ad esempio:

  • Canone annuo
  • Costo di specifici servizi
  • Tassi di interesse
  • Apertura del conto
  • Registrazione di altre operazioni non incluse nel canone
  • Spesa annua carta di credito sui circuiti internazionali MasterCard e/o Visa

Se poi il conto corrente stabilisce anche forme di remunerazione per i fidi e gli sconfinamenti, come la commissione di massimo scoperto, così come altre eventuali che prevedano pluralità di voci di costo, le relative condizioni saranno aggiunte ed illustrate sempre nel foglio informativo, in modo che il cliente abbia sotto gli occhi una panoramica completa sul significato delle varie voci di spesa.

Si ricorda comunque che, riferendosi a profili di utilizzo standardizzati, l’ISC esprime un costo solo orientativo, che potrebbe non coincidere con il costo effettivamente sostenuto riportato nel riepilogo delle spese di fine anno, calcolato sui servizi realmente utilizzati e, nel caso di un conto corrente cointestato, sulla operatività di entrambi gli intestatari.

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